Il mistero dell’Annunciazione di Leonardo: errori o virtuosismi?

Leonardo Da Vinci Annunciation detail 2

L’Annunciazione è una delle opere di Leonardo ospitate agli Uffizi: in particolare viene attribuita alla fase giovanile del maestro. Le informazioni su questo quadro non sono numerose, tanto che in passato era attribuito a Domenico Ghirlandaio.

Alcuni dubbi sulla paternità del quadro erano legati a mancanze ed errori, tra cui uno di prospettiva particolarmente significativo. E il pensiero che Leonardo possa aver commesso uno sbaglio ci suona quantomeno molto strano. Ma di che errore si tratta?

Nel quadro viene rappresentata Maria, sorpresa dall’arrivo dell’arcangelo Gabriele mentre si trova intenta a leggere, in giardino. Ebbene la posizione del leggio su cui la Vergine poggia la mano destra, la costringe a una posizione innaturale. Osservando il quadro da una posizione centrale, l’arto risulta troppo lungo e come se fosse lussato in alcuni punti. 

Si è tentato di ricondurre una così evidente imperfezione all’inesperienza del giovane autore. Tuttavia le cose, oramai è certo, stanno diversamente. Come abbiamo accennato, il braccio della donna appare innaturale se osserviamo il quadro da una posizione frontale. A partire da un’idea di Carlo Pedretti, Antonio Natali – il direttore degli Uffizi – ha ipotizzato che in origine l’opera sia stata pensata per essere osservata da un altro punto privilegiato. Infatti, spostando il punto di vista verso destra e anche leggermente verso il basso, il braccio ritorna ad apparire perfettamente posizionato, e anche l’arcangelo Gabriele, che può sembrare troppo sbilanciato in avanti, riprende una postura più naturale.

Quello che veniva considerato uno sbaglio sarebbe dunque un esempio di anamorfismo. Cos’è l’anamorfismo? Si tratta di un’illusione ottica, per cui un oggetto viene riportato su un piano in maniera distorta, pensando già al punto di vista dal quale dovrà essere osservato per mostrare forme “normali”.  Da alcuni disegni, sappiamo che Leonardo studiò questa tecnica, già utilizzata da altri artisti del primo Rinascimento. Uno degli esempi più noti della storia dell’arte è invece rappresentato dagli Ambasciatori, di Hans Holbein il Giovane

Non si tratta perciò di un errore dovuto all’inesperienza, ma invece della prova dei profondi studi dell’artista e della sua maestria. Dobbiamo infatti ricordare l’interesse di Leonardo per l’anatomia e la fedele riproduzione della natura, che possiamo notare anche in quest’opera. Il giardino nel quale è ambientata la scena ritrae una vasta gamma di specie botaniche, rappresentate secondo una prospettiva aerea. Questa tenta di riprodurre la vista a occhio nudo, gradualmente ostacolata dal pulviscolo atmosferico, preannunciando lo sfumato, che caratterizzerà il Leonardo più maturo. 

Anche le ali dell’arcangelo dimostrano un approfondito studio dell’anatomia di alcuni uccelli. Leonardo le rappresenta nel momento in cui vengono richiuse, mentre il drappeggio della veste rende perfettamente il peso che cala sull’erba.

Il dipinto leonardesco è dunque prova del talento e della precisione del maestro… nel caso in cui ce ne fosse bisogno! Ci offre inoltre elementi utili a fare ipotesi sulla sua originaria collocazione, ancora sconosciuta. Nel frattempo lo possiamo ammirare agli Uffizi, e magari possiamo provare a farlo dal punto di osservazione pensato dall’autore…