Terminato il restauro di Ercole e Nesso!

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Ercole e Nesso è la scultura che accoglie i visitatori all'ingresso della Galleria degli Uffizi. La statua è collocata infatti all'inizio del primo corridoio fin dal 1595. Quest'opera antica ha una storia molto particolare ed è il risultato di un restauro eccezionale eseguito da Giovanni Caccini (1556-1613), autore, fra l'altro, del baldacchino di Santo Spirito e di alcune statue del ponte di Santa Trìnita.

Ercole e Nesso è una statua romana, talmente danneggiata nel corso dei secoli che nel Cinquecento era rimasto solo il torso del centauro e la base. Il gruppo fu oggetto di un primo restauro probabilmente a Roma, ma fu il Caccini a realizzare quella fusione perfetta fra lo stile antico e la maniera moderna. L'artista ricostruì fedelmente la scultura, partendo dai pochi frammenti rimasti, così da permettere all'opera di giungere fino ai tempi nostri. Dalla fine del secolo XVI la statua è rimasta nella sua collocazione originaria a dare il benvenuto ai visitatori della Galleria degli Uffizi. 

Il mito racconta che Ercole trovatosi a dover guadare un fiume insieme alla moglie, chiese aiuto al centauro Nesso, il quale però ne approfittò per tentare di rapire la donna. Il semidio riuscì a ucciderlo, ma non impedì che sua moglie prendesse da lui una veste incantata che avrebbe poi, attraverso varie vicissitudini, portato alla morte di entrambi. Ritroviamo il centauro Nesso anche nell’Inferno di Dante.

Negli ultimi mesi Ercole e Nesso sono stati sottoposti a un restauro conservativo, portato avanti dalla restauratrice Paola Rosa, grazie al finanziamento dell’associazione “Friends of the Uffizi Gallery”. Durante il restauro è stato possibile individuare con esattezza le varie integrazioni subite dall’opera. Il centauro era originariamente in una posizione meno schiacciata, rispetto a quella donatale da Caccini, che, a differenza di quanto si pensava fino a oggi, rielaborò a fondo anche la parte del piede di Ercole. 

Fu questo un lavoro importante per Caccini, scultore apprezzato che al tempo lavorava per i Medici, e che venne in seguito interpellato più volte per realizzare altri restauri. 

Contemporaneamente, le indagini petrografiche condotte da Marcello Spampinato hanno mostrato che i marmi antichi sono di origine asiatica, mentre Caccini utilizzò marmo di Carrara. Il restauro del gruppo si inserisce nel processo più ampio di rivalutazione del patrimonio scultoreo degli Uffizi che sta avendo luogo in questi ultimi anni, destando un sempre maggiore interesse anche da parte del pubblico.