Ludovico Cardi

Soprannominato: Cigoli    Nascita: 1559  - Morte: 1613    Collocazione: Sala del Barocci e della Controriforma toscana

Pittore e architetto italiano, tra il tardo Manierismo e il primo Barocco, Lodovido Cardi, detto Cigoli, fu attivo a Firenze e a Roma. Prese il cognome dalla Villa Castelvecchi di Cigoli, in Toscana. La sua prima formazione avvenne presso Alessandro Allori (1535-1607), un importante pittore del tardo Manierismo, che aveva studiato con lo zio, il Bronzino (1503-1572). Tuttavia Cigoli sviluppò il proprio stile sotto l'influenza di Santi di Tito (1536-1603), un esponente della Contro-maniera. Insieme all'influsso del proto-barocco Federico Barocci (1528-1612), lo stile di Cigoli si liberò dalle catene del Manierismo e infuse nelle sue opere più tarde un espressionismo che spesso manca alla pittura fiorentina del XVI secolo. 

Il suo Ecce homo, realizzato per il nobile romano Massimo Massimi, mostra evidenti somiglianze con l'arte barocca del Caravaggio (1571-1610). Sembra dunque essere stata realizzata conoscendo il lavoro di Caravaggio, anche se a Cigoli manca la potenza del naturalismo caravaggesco, nonostante le ombre dello sfondo e sparse in primo piano, dimostrino come l'artista si fosse allontanato dalle gloriose rappresentazioni storiche fiorentine. 

Altre sue opere importanti sono San Pietro che guarisce uno storpio, per la basilica di San Pietro a Roma, la Conversione di san Paolo, per la chiesa di San Paolo fuori le Mura, e le storie di Psiche negli affreschi di Villa Borghese. Il suo Martirio di santo Stefano gli fece guadagnare il soprannome di "Correggio fiorentino", in riferimento alle dinamiche figure di Antonio da Correggio (1489-1534). Ricordiamo anche Venere con satiro, il Sacrificio di Isacco, il San Francesco riceve le stimmate, attualmente agli Uffizi di Firenze. Su richiesta di papa Paolo III (1468-1549), Cigoli venne fatto cavaliere di Malta. 

Ebbe numerosi alunni importanti, tra cui Cristofano Allori (1577-1621), figlio di Alessandro, il pittore di origini fiamminghe Giovanni Biliverti (1585-1644) e il fiorentino Gregorio Pagani (1558-1605). 

 

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