Johannes Lingelbach

Nascita: 1622  - Morte: 1674    Collocazione: Sala di Rembrandt e dei Fiamminghi del Seicento

Johannes Lingelbach era un pittore nato in Germania, e fu un influente artista della seconda generazione dei Bamboccianti. I Bamboccianti erano dei pittori olandesi di genere, che visitarono Roma nel XVII secolo, catturati dalle piazze e dai porti trafficati della città. Il loro nome deriva dal termine italiano che indica i pupazzi, e che descrive le figure, simili appunto a burattini, dell'olandese Pieter van Laer (1599-1642), chiamato il Bamboccio, anche per una sua deformità fisica. 

Lingelbach seguì lo stile della pittura di genere romana di Laer, portando questo stile "italiano" nell'influenza dei pittori del Nord Europa. È uno dei pochi olandesi tra i Bamboccianti, i cui lavori furono molto documentati, facendo sì che la sua influenza aumentasse con il progredire di questo stile (Grove Dictionary of Art). Alcune delle sue opere romane furono in un primo tempo attribuite a Pieter van Laer, ma ora sono riconosciute come sue, come, ad esempio, Giocatori di carte in una via romana, ora alla National Gallery di Londra. Queste opere rivelano l'influenza di Caravaggio (1571-1610), nel loro realismo e nell'uso del chiaroscuro. Lo si può notare anche nella scena ripresa a piazza del Popolo, ora nella Royal Collection, a Londra. 

Da giovane, Lingelbach crebbe ad Amsterdam, dove si stabilì dopo aver viaggiato in Italia e in Francia. Dopo il 1653, ad Amsterdam, il suo lavoro mostrò l'influenza dei paesaggi di Philips Wouwermans. La sua bravura nella pittura di genere non era meno compiuta di quella mostrata nelle raffigurazioni di oggetti architettonici e naturali. Venne spesso invitato a dipingere figure e animali nelle opere di altri artisti, come quelle del grande paesaggista olandese Meindert Hobbema (1638 – 1709). I suoi studi di forme architettoniche si basarono sull'osservazione delle opere di un altro bambocciante, Viviano Codazzi, un vedutista architettonico. 

Le sue forme erano compiute nei loro effetti di luce e nell'accuratezza spaziale, ma molto più libere rispetto a quelle di Codazzi. La sua opera presente agli Uffizi è Riposo dopo la caccia.

 

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