Il patrimonio archeologico della Galleria degli Uffizi sarà digitalizzato in 3D

Uffizi Hallway (2)

Dal 30 maggio i ricercatori dell’Indiana University di Bloomington inizieranno a lavorare sui marmi greci e romani degli Uffizi, di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli. Il lavoro occuperà gli studiosi per circa cinque anni e alla fine saranno clonate 1260 statue.

Le opere digitalizzate entreranno a far parte di un museo virtuale, un grande database disponibile a partire dal 2020, che sarà disponibile per scopi di studio e tutela.

Il lavoro inizierà con la scannerizzazione dei marmi, che verranno studiati nei dettagli, alla ricerca di colori perduti, e degli altri segreti dei grandi artisti dell’antichità. Molte opere famose finiranno “sotto i raggi”, come la Venere dei Medici - custodita nella Tribuna degli Uffizi – o l’Alessandro morente, ma anche l’Arianna dormiente e il gruppo della sala della Niobe.

Le opere saranno – nella versione virtuale – ammirabili da tutti. Inoltre, con l’uso di determinati strumenti tecnologici, è previsto che si possa sperimentare anche la sensazione tattile.

L’operazione costerà circa 600mila dollari: la cifra sarà coperta dall’Università dell’Indiana. Il progetto sarà coordinato da Bernard Frischer, professore dell’Università dell’Indiana ed esperto di archeologia virtuale, e da Fabrizio Paolucci curatore delle antichità classiche delle Gallerie degli Uffizi. Parteciperanno anche il Politecnico di Milano e l’Università di Firenze.