Giorgione, la scuola veneta agli Uffizi

Giorgione, Portrait of Warrior with his Equerry

Giorgio da Castelfranco (1478 ca – 1510), noto come Giorgione, è uno dei più importanti esponenti della scuola pittorica veneta, nonostante abbia lavorato per solamente una decina di anni.

La figura di Giorgione è avvolta nel mistero: le sue opere non sono state firmate, per cui l’attribuzione all’autore non è sempre certa. Soprattutto è spesso enigmatica l’interpretazione dei suoi quadri, che ancora oggi fanno nascere dibattiti tra gli studiosi di arte. Tuttavia, gli storici dell’arte sono d’accordo nel sostenere che Giorgione diede un contributo fondamentale per la fondazione della Maniera moderna.

Sappiamo poco della sua vita. Di sicuro, lavorò a Venezia, dove entrò in contatto con la bottega di Giovanni Bellini. In seguito, molto probabilmente frequentò la corte di Caterina Cornaro, regina detronizzata di Cipro, ad Asolo.

Da alcune testimonianze scritte, sappiamo che le opere di Giorgione erano molto ambite dai committenti privati, che chiedevano al maestro opere dalla complessa simbologia. Giorgione meditava a lungo sul proprio lavoro, e lo arricchiva di molteplici significati. Per questo, oggi è tanto difficile interpretare i suoi quadri.

La sala 75 della Galleria degli Uffizi è dedicata a Giorgione e Sebastiano del Piombo.

Qui possiamo ammirare due tavolette del maestro: la Prova di Mosè e il Giudizio di Salomone. Le due opere formano una coppia, come possiamo dedurre anche dalle simili strutture compositive delle scene.

Anche un altro quadro è attribuito a Giorgione: il Ritratto di guerriero con scudiero. Secondo gli storici dell’arte, il quadro venne realizzato dall’artista negli ultimi anni della sua carriera.