Francesco Raibolini

Soprannominato: Francia    Nascita: 1450  - Morte: 5 Gennaio, 1517    Collocazione: Sala del Perugino e di Signorelli

Nato in una famiglia di artisti, Francesco Raibolini fu pittore, orafo e incisore. Influenzato dal lavoro di intagliatore di suo padre, il Francia divenne orafo dell'arte di Bologna. Il soprannome Francia lo prese dal suo maestro orafo. Il suo primo apprendistato come pittore si svolse presso Francesco Cossa (1430-1485), della scuola pittorica ferrarese. Il suo principale maestro fu un altro pittore ferrarese, il più giovane Lorenzo Costa (1451-1535), con il quale collaborò per qualche tempo. I suoi primi lavori mostrano l'influenza di Ercole de' Roberti (1451-1496), anch'egli alunno del Cossa. 

I suoi primi dipinti conosciuti sono la Madonna Felicini, del 1494, il Calvario con san Giobbe ai piedi della Croce e la Crocifissione con san Giovanni e san Gerolamo, ma l'artista era già molto noto in altri campi. Qualche anno dopo, il Francia divenne pittore di corte a Mantova. Nei lavori realizzati in questa città portò l'influenza ferrarese, ma anche quella dell'umbro Pietro Perugino (1446-1524) e di Raffaello (1483-1520). Questo ventaglio di influssi gli fece guadagnare la fama di artista avente una diversità di stili, al tempo senza pari. 

Realizzò numerose pale d'altare per Bologna, ma anche a Parma, Modena, Ferrara e Lucca. Molte di queste rappresentavano la Vergine con i santi, ed erano di natura dolce, con un'armonia compositiva edificante e placida. Fu molto apprezzato anche come ritrattista, grazie ad opere come il Ritratto di Federico Gonzaga, ora al Metropolitan Museum of Art di New York e il Ritratto di Evangelista Scappi, che si trova alla Galleria degli Uffizi. 

Come ha scritto il biografo Giorgio Vasari (1511-1574), Francia era un artista di un'intensità di emozioni che tuttavia morì quando vide, provando un sentimento di inferiorità, il capolavoro di Raffaello. Anche il Francia realizzò due opere su santa Cecilia, una sul matrimonio e un'altra sulla sepoltura. Per affermare che ciò sia vero, dobbiamo affidarci alla parole di Vasari, che spesso si prese delle licenze creative nel raccontare la storia del Rinascimento. Prima di morire, il Francia formò i suoi due figli, Giacomo e Giulio, entrambi pittori.

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