Pittore olandese, molto noto per i suoi paesaggi, Cornelis van Poelenburgh è tra gli artisti che hanno aspirato allo stile dei maestri, e con questo si intende lodare e non sminuire il suo lavoro. Si è detto che si sforzasse di "catturare" le figure umane come riusciva a fare Raffaello (1483-1520), e di dipingere i paesaggi come il maestro del Barocco, Claude Lorrain (1600-1688). Queste aspirazioni erano accresciute dall'influenza dell'innovatore nel campo dei paesaggi Adam Elsheim (1578-1610), nato in Germania, ma italiano per stile.
Un ottimo esempio dell'influenza di Elsheimer su Poelenburgh è rappresentato da Mercurio ed Ersea, attualmente agli Uffizi. Il centro è rappresentato dalle figure mitologiche, ma non dominano il piccolo dipinto, che presenta un paesaggio arcadico con antiche rovine sullo sfondo. Molti dei dipinti di questo paesaggista olandese hanno come soggetti persone ed eventi storici, a volte biblici, posti contro antiche rovine, come Rovine romane, del 1620, e Riposo durante la fuga in Egitto, del 1640. Realizzò anche alcuni ritratti, tuttavia non apprezzati come i paesaggi. In origine era stato studente dell'artista olandese Abraham Bloemaert (1566 – 1651), manierista che gli fece conoscere la pittura italiana. Poelenburgh subì l'influenza italiana nel corso di tutta la sua carriera.
Tale influenza crebbe dopo che ebbe passato circa otto anni a Roma e un periodo a Firenze. A Roma si unì ad altri artisti olandesi in un club chiamato Schildersbent. Le commissioni ricevute durante il periodo italiano comprendono anche quelle della famiglia Medici, i Granduchi di Toscana. Ritornato nella sua città natale, Utrecht, forte del successo acquisito, fu incaricato di fare da guida ufficiale in città al maestro fiammingo Pieter Rubens (1577-1640). Fu invitato a dipingere per Carlo I (1600-1649), re d'Inghilterra, e lavorò sull'isola britannica dal 1638 al 1641.
Poelenburgh ebbe molti seguaci e la sua influenza fu importante per tutto il XVIII secolo. Le sue opere possono essere ammirate a Budapest, Monaco, Cambridge, Parigi, Los Angeles e agli Uffizi di Firenze. Molte, inoltre, fanno parte di collezioni private.